Sempre più le parole di tendenza su tutti i media e nelle organizzazioni sono Innovatione Digital Transformation.
Spesso associamo a questi due termini aspetti che esulano dal vero significato e dal vero valore che questi producono. Non dobbiamo pensare che innovare sia comprare un apparato tecnologico oppure attivando dei profili aziendali sui Social stiamo eseguendo una digital transformation.
Innovation e Digital Transformation significano innanzitutto un cambio di mentalità (mindset) e di conseguenza un cambio nel modo di lavorare e di pensare delle persone. A valle di ciò la tecnologia, ovvero “il come”sarà funzionale ad aumentare la produttività, la collaborazione tra i dipendenti, a far conoscere i prodotti/servizi e a generare Esperienze Uniche per i Clienti.
Quindi la domanda da farsi è: le persone/organizzazioni sono aperte al Cambiamento per Innovare ed attuare una Digital Transformation ?
Molte persone/organizzazioni pensano di essere aperte, ma poi i fatti dimostrano il contrario.
Il primo passo è definire il Cambiamento ed il modo in cui lo misuriamo.
Il Cambiamento avviene prima di tutto con l’avere una Apertura Mentale che ci porti inevitabilmente a rimetterci in discussione ogni giorno. Di seguito trovate una sintesi dello studio fatto da Shane Snow su Open Mindedness, detta anche Flessibilità Cognitiva ed al link trovate l’articolo completo http://www.shanesnow.com/articles/intellectual-humility#intellectual-humility-intro
Shane afferma che l’apertura mentale risiede nell’intersezione, ossia Essere disposti e capaci di sperimentare cose nuove e di conseguenza Essere disposti e in grado di cambiare a causa loro.
Se l’apertura all’esperienza significa essere disposti a provare il gelato al sapore di sottaceti, l’umiltà intellettuale significa essere disposti ad ammettere che ti piace, anche se inizialmente pensavi che non ti piacesse.
Shane ha unito il test della Pepperdine University su Intellectual Humility, il test Big 5 Openness to Experience e condotto una serie di studi su migliaia di lavoratori americani per trovare correlazioni tra le persone dalla mentalità aperta e il modo in cui vivono e lavorano. Trovi qui il test per metterti alla prova http://www.shanesnow.com/take-the-intellectual-humility-assessment
Una persona che ha un punteggio elevato su entrambi sarà probabilmente in grado di porsi in ascolto attivo con le persone, non importa chi siano, e di avere una sorta di flessibilità cognitiva simile a quella di Ben Franklin dopo averle ascoltate (è famosa la frase “Potrei sbagliarmi, ma …” mette le persone a proprio agio e le aiuta a rendere meno personale il disaccordo. Inoltre aiuta psicologicamente la persona che la pronuncia ad essere il primo aperto a nuove idee).
Incuriosito da questo studio ho fatto il test di Shane Snow sui 5 fattori dell’Apertura Mentale (la combinazione con ciò che gli psicologi chiamano “Apertura all’Esperienza” e le quattro dimensioni dell’“Umiltà Intellettuale”), per capire se fossi veramente aperto e come potessi migliorare. Nella parte relativa all’umiltà intellettuale, ho ottenuto un punteggio di 90 su 110 e quella relativa all’apertura a nuove esperienze 0.9/1.0.
Il punteggio medio degli intervistati per Umiltà Intellettuale è compreso tra 79 e 82 punti su 110. Ottenere un punteggio superiore a questo, significa che in genere si è più intellettualmente umili rispetto alla media, sebbene la vera umiltà intellettuale significa avere un buon punteggio su tutti e quattro i fattori. Se si raggiunge meno della media, beh, significa che si è più radicati nella certezza della propria conoscenza.
Tuttavia, non importa quanto elevato sia il punteggio, ci saranno sempre aree nelle nostre vite in cui tenderemo ad agire con meno umiltà intellettuale di altre. Per questo motivo, è importante lavorare su IH anche se il punteggio è “alto” nella valutazione generale. Questo è anche il motivo per cui è importante esaminare i singoli fattori che sono collegati a IH e lavorare su ciascuno di essi.
Di seguito i miei risultati personali del test su ciascuna componente in una scala da 0 a 1:
- Rispetto per i punti di vista degli altri: 0.87
- Mancanza di eccessiva sicurezza intellettuale: 0,77
- Separare il tuo ego dal tuo intelletto: 0.64
- Essere aperti a rivedere i tuoi punti di vista: 1
- Apertura a nuove esperienze: 0.9
La media delle persone che hanno fatto il test hanno totalizzato circa 0,75 su ciascuno dei fattori. Il mio obiettivo è quello di lavorare dove non ho totalizzato 1!
La media delle persone che hanno fatto il test hanno totalizzato circa 0,75 su ciascuno dei fattori. Il mio obiettivo è quello di lavorare dove non ho totalizzato 1!
Una volta conosciuto il punteggio la domanda da chiedersi è: “Come posso migliorare?”
“Più umiltà intellettuale abbiamo e meglio possiamo lavorare con le persone che sono differenti dal nostro modo di pensare, più efficaci problem solver saremo e più diventeremo delle persone migliori. Le persone con un alto livello in IH prestano maggiore attenzione alle evidenze dei fatti e sono molto interessate alle ragioni per le quali altre persone non sono d’accordo con loro, piuttosto che limitarsi a sopraffare gli avversari (qui c’è l’effetto del bias cognitivo Overconfidence, ossia l’eccesso di sicurezza che le persone hanno nelle loro capacità o in quelle dell’azienda e saranno in grado di controllare i risultati )”.
Ma ora entriamo nel dettaglio dell’ Apertura all’Esperienza e dell’Umiltà Intellettuale
APERTURA ALL’ESPERIENZA
Openness to Experience, o OTE viene utilizzata per misurare un tratto della personalità(es. di un candidato se si adatta alla propria cultura organizzativa).
Ma OTE indica solo la tua volontà di provare qualcosa di nuovo. Mi piace il gelato aromatizzato ai sottaceti, ma non è una misura della tua volontà di cambiare idea sul gelato al gusto di sottaceti.
L’apertura mentale inizia solo una volta che abbiamo appreso la nuova esperienza o informazione. E i filosofi dicono che gli esseri umani hanno due modi per farlo:
- Il primo è il pensiero confermativo o “un tentativo unilaterale di razionalizzare un particolare punto di vista“
- Il secondo è il pensiero esplorativo o una “considerazione imparziale dei punti di vista alternativi“.
Puoi infatti essere aperto a pensare alle cose mentre le consideri ancora in un modo unilaterale, semplicemente considerando altri punti di vista in modo da poter confermare il tuo pensiero corrente. Se fosse così non sarebbe la vera apertura mentale. (Conosciamo tutti quella persona che è disposta a fare le cose senza alcuna intenzione di cambiare idea su se stessi solo per “provare” che hanno ragione su ciò che pensano.)
Malcolm X era disposto a discutere con i suoi rivali intellettuali, come l’icona di sinistra Bayard Rustin, senza alcuna intenzione di cambiare le sue opinioni di estrema destra.
Malcolm era aperto all’esperienza di ascoltare un’altra discussione, ma ci volle qualcosa in più per fargli cambiare idea…l’Umiltà Intellettuale
UMILTA’ INTELLETTUALE
Entriamo nel dettaglio dell’Umiltà Intellettuale. Nel 2016, i professori della Pepperdine University hanno diviso il concetto di Umiltà Intellettuale in quattro componenti:
- Avere rispetto per altri punti di vista
- Non essere intellettualmente troppo sicuro di sé
- Separare il proprio ego dal proprio intelletto
- Disponibilitàa rivedere il proprio punto di vista
- AVERE RISPETTO PER ALTRI PUNTI DI VISTA
Significa
- Ascoltare i punti di vista che non sono i tuoi senza interrompere
- Non denigrare o attaccare la persona, anche se non sei d’accordo
- Trattare la persona come se fossi tu o il suo punto di vista con la stessa considerazione che avresti per le tue idee
Ricordiamoci che siamo più disposti ad ascoltare i consigli di persone simili a noi che quelle diverse da noi
- NON ESSERE INTELLETTUALMENTE TROPPO SICURO DI SE
La Confidenza è un abilità cruciale per vivere la nostra vita al meglio.
Troppa confidenza nel nostro modo di pensare può portare a chiuderci verso modi alternativi di pensare (e questa è una caratteristica tipica degli esperti)
Intellectual Overconfident significa che non siamo in grado di imparare.
La neuroscienza sta ancora studiando i meccanismi della confidenza, ma quello che sappiamo è che la confidenza è associata ai premi. Il nostro cervello si sente ricompensato quando scopriamo di avere ragione su qualcosa. Quindi, quando siamo confidenti, il nostro cervello si prepara a sentirsi bene con se stesso.
“La nostra cultura infonde in noi un’avversione a sbagliare” e più si vince a qualcosa, maggiore è la possibilità di rimanere bloccati nei nostri schemi mentali, che non ci aiuteranno quando ne avremo bisogno.
I ricercatori chiamano questo cognitive entrenchment (trinceramento cognitivo). Il Dr. Erik Dane della Rice University spiega che “Acquisendo esperienza nel dominio di appartenenza, si perde flessibilità per quanto riguarda la risoluzione dei problemi, l’adattamento e la generazione di idee creative.”
Inoltre alle persone non piace ammettere di avere torto per diversi motivi.
- fa male
- lascia gli altri fuori dai guai
- ci fa apparire deboli
ma soprattutto non ammettiamo di sbagliarci perché non pensiamo di sbagliarci
Per superare questa overconfidence Shane Snow elenca due possibili modi:
- “Potrei sbagliarmi, ma… “di Ben Franklin
- “Non so…ancora”: se non si sa qualcosa (il che è umano) o ci si sbaglia su qualcosa (che è ancora più umano), invece di sentirsi stupidi, ci si dice che si ha una conoscenza incompleta. “Ancora”consente di cambiare la nostra mente (modo di pensare) senza sentirci frustrati.
- SEPARARE IL PROPRIO EGO DAL PROPRIO INTELLETTO
Definizione filosofica / metafisica dell’ego: “un soggetto pensante consapevole”.
Cosa intendiamo quando parliamo di ” ego cattivo”: è” quell’aspetto del sé che ha l’incessante bisogno di vedersi in una luce positiva” secondo lo psicologo Dr. Scott Barry Kaufman
Poiché tendiamo ad associare le nostre convinzioni alla nostra identità (ego), questo significa che è psicologicamente doloroso rimetterle in discussione. Mettere in discussione qualcosa che è fondamentale per la nostra identità è come mettere in discussione noi stessi, la nostra identità. E questa è la cosa peggiore.
Separare l’ego dall’intelletto significa separare le proprie idee dal sè, per non sentirsi minacciati da disaccordi, dissonanza o ambiguità.
Come fare per ridurre questa gap? Evitare di rendere personali le idee quando sono in fase di scelta o di esplorazione.
Un esempio potrebbe essere questo, quando diciamo: “Sono un liberale” o “Sono un repubblicano”. Questo non fa che attaccare il nostro ego alle nostre idee, il che significa che sarà doloroso cambiare idea su di esse. Una possibile soluzione per separare l’ego dall’intelletto è dire: “Al momento tendo a schierarmi con l’ala repubblicana su questo tema.” E alla domanda “Cosa ne pensi?” sostituirla con “Come uomo, cosa ne pensi?”
- DISPONIBILITA’A RIVEDERE IL PROPRIO PUNTO DI VISTA
In altre parole, essere lontani dal nostro luogo sicuro rende le nostre menti più ricettive a ripensare alle nostre vecchie idee.
Viaggiare o vedere fiction sviluppa la nostra capacità di rivedere i nostri punti di vista (attenua il bias Functional Fixedness) e questo accade soprattutto quando ci confrontiamo a mente aperta su un problema/opportunità.
C’è un concetto in psicologia chiamato “Teoria dell’equilibrio” che spiega perché ci piacciono o non ci piacciono le persone e le cose per associazione, e come il viaggio/confronto può aiutarci a cambiare idea su cose che sono connesse alle nostre identità.
La teoria dell’equilibrio dice che al nostro cervello non piace l’incoerenza. Quindi, quando qualcosa è sbilanciata, il nostro cervello si adegua per rimetterlo a posto (spesso l’incoerenza è dovuta a bias cognitivi che si originano dagli stereotipi).
Quando viaggiamo fuori dal nostro ambiente o ci immergiamo in altri contesti lavorativi o di settore, il nostro cervello può iniziare a lasciare andare le barriere che ci impediscono di analizzare correttamente le informazioni a favore o contro le nostre convinzioni precedenti.
CONCLUDO DICENDO CHE NON PUÒ ESISTERE INNOVAZIONE SE NON ESISTE APERTURA MENTALE (ESSERE DISPOSTI AL CAMBIAMENTO), CULTURA DEL FALLIMENTO, CULTURA DEL RISPETTO E DELLA FIDUCIA NEGLI ALTRI.
Mi piace a tal proposito citare un brano tratto da Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse: “Non è il nostro compito quello d’avvicinarci, così come non s’avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e d’imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento”
Mi auguro che sempre più Imprenditori, Manager, Executive, Responsabili HR inizino a lavorare sull’apertura mentale prima personale per poi trasformarla in una nuova cultura aziendale se veramente si crede nel Cambiamento come Valore differenziante per la vostra Organizzazione, per i vostri Clienti, per la vostra Comunità, per il Pianeta.