Area C Milano: C come credibilità agli occhi dei cittadini

La sola teoria rimane a volte fine a se stessa se non viene legata realtà pratica, proprio per questo
abbiamo scelto di utilizzare L’area C di Milano come esempio per spiegare il primo principio della Lean Decision Quality: l’Allineamento Lean DQ. Iniziamo con una breve introduzione al progetto per chiarire alcuni punti focali, determinanti ai fini della nostra riflessione per chi non ne conoscesse la natura.

Come nasce L’ idea “Area C”

Alla base del progetto Area C c’è l’intento di migliorare la qualità della vita di chi abita, lavora o studia nella città e di chi la vive come semplice “turista”.

Un traguardo ambizioso da raggiungere perseguendo cinque precisi obiettivi:

  • ridurre il traffico nella ZTL «Cerchia dei Bastioni»
  • rendere più efficienti e funzionali le reti di trasporto pubblico e favorirne lo sviluppo
  • salvaguardare il diritto alla mobilità individuale nel rispetto dell’interesse comune
  • reperire risorse da destinare alla mobilità sostenibile: pedonalità, ciclabilità e traffico a velocità moderata
  • migliorare la sicurezza e la “vivibilità” dell’area urbana riducendo il numero di incidenti, la sosta selvaggia, l’inquinamento acustico e atmosferico.

Area C è la risposta dell’amministrazione locale al disagio e alla volontà espressa dai cittadini milanesi durante il referendum del 12-13 giugno 2011. Il testo del quesito numero 1, approvato dal 79,1% dei votanti, chiedeva:

«un piano di interventi per potenziare il trasporto pubblico e la mobilità pulita alternativa all’auto, attraverso l’estensione a tutti gli autoveicoli (esclusi quelli ad emissione zero) e l’allargamento progressivo fino alla cerchia filoviaria del sistema di accesso a pagamento, con l’obiettivo di dimezzare il traffico e le emissioni inquinanti».

Sul piano pratico, l’attuazione del progetto Area C, per quanto riguarda la circolazione dei veicoli, si è tradotto nei seguenti interventi:

  • Accesso gratuito veicolo dotato di alimentazione elettrica, ibrida
  • Accesso a pagamento veicolo a benzina euro 1,2,3,4,5,6, Diesel Euro 3 (con deroga), Diesel Euro 4 (con FAP anche After Market),5,6, GPL e Metano.
  • Accesso Vietato veicolo a benzina euro 0 e Diesel Euro 0,1,2,3 e 4 senza FAP

Il Comune mette a disposizione dei cittadini i dati di emissioni di inquinanti da traffico e il numero di accessi Area C a questo link.

Il grafico mostra che il numero di accessi in AREA C è diminuito drasticamente dal 2011 al 2012 (-33%) e poi è risalito fino al 2015 per poi scendere del 3% nel 2016 rispetto al 2015 attestandosi ai livelli 2013-2014.

Il grafico mette in evidenza che i veicoli che accedono alla ZTL sono costituiti dal 75% ad alimentazione benzina+gasolio e circa il 25% di veicoli cosiddetti ecologici metano-gpl-ibridi-elettrico. La diminuzione più drastica si è avuta in corrispondenza del 2012 ma poi la diminuzione delle auto più inquinanti è stata lenta.
L'indicatore PM10 rappresenta l'emissione atmosferica giornaliera degli autoveicoli circolanti in Area C.

Per PM10 si intende la totale l’emissione complessiva di polveri allo scarico sommata a quella dovuta ai fenomeni di usura gomme, usura freni e abrasione del manto stradale), ammoniaca (NH3), ossidi di azoto totali (NOx), biossido d’azoto (NO2), anidride carbonica (CO2), composti organici volatili non metanici (NMVOC), secondo la metodologia europea COPERT4 (http://www.emisia.com/copert/Copert4.html).

Dal grafico si nota che c’è una lenta riduzione delle emissioni di PM10 (2013-2015) dovuto principalmente alla crescita dei veicoli poco inquinanti sia pubblico che privato. I maggiori responsabili di PM10 sono i veicoli diesel e benzina (il report presenta solo pagine dispari e quindi potrebbe essere stato omesso qualche dato).

Conclusa la nostra presentazione del progetto, facciamo un passo indietro e torniamo alla nostra riflessione sul  primo principio della Lean Decision Quality, chiamato Allineamento Lean DQ per collegarlo al nostro caso di studio ponendoci delle domande chiave.
Occorre innanzitutto valutare la coerenza degli obiettivi che il comune si pone rispetto a:

  • Vision, mission e cultura aziendale
  • Il vero problema che risolve
  • I valori desiderati (in termini di inquinamento, viabilità etc) ed i suoi compromessi

Partendo dal presupposto che il Comune gestisce la res publica e quindi che i suoi clienti sono i cittadini, questi ultimi desiderano sapere come è stato e verrà utilizzato il denaro dei pedaggi Area C e quali gli obiettivi che il Comune si prefigge di raggiungere nei prossimi anni.

Ripercorriamo di seguito gli obiettivi Area C ponendo delle domande dirette ed essenziali:

  • ridurre il traffico nella ZTL «Cerchia dei Bastioni»:  come?
  • rendere più efficaci le reti di trasporto pubblico e favorirne lo sviluppo:  come?
  • salvaguardare il diritto alla mobilità individuale nel rispetto dell’interesse comune: come?
  • reperire risorse da destinare alla mobilità sostenibile: pedonalità, ciclabilità e traffico a velocità moderata: quante risorse e quali?
  • migliorare la qualità urbana riducendo
    • il numero di incidenti: di quanto e come?
    • la sosta selvaggia: di quanto e come?
    • l’inquinamento acustico e atmosferico:  come?

Bastano delle semplici domande per rendersi conto che gli obiettivi del Comune rispetto alla riduzione del traffico e dell’inquinamento sono vaghi.

Quali sono gli obiettivi strategici tangibili di medio-lungo termine? Ad esempio su:

  • come dimezzare inquinamento atmosferico in 5-10 anni e quale la strategia per realizzarlo
  • come ridurre il traffico dei privati che usano benzina e diesel del 50% in 5 anni e quale la strategia (es. far pagare ticket da 25€ ed offrire, in cambio, servizi di eccellenza al cittadino?).

Interrogativi fondamentali che il Comune di Milano avrebbe dovuto porsi.

Accanto alla definizione degli obiettivi, un altro nodo critico fondamentale è rappresentato dalla trasparenza e dal modo di comunicare con i cittadini (i loro clienti). Abbiamo visto che il comune di Milano offre agli utenti la possibilità di accedere online ai dati relativi alle variazioni nel livello delle emissioni inquinanti….ma questo livello di trasparenza è realmente soddisfacente ed esaustivo dal punto di vista del cittadino?
Rispetto a questo punto l’organizzazione di una campagna di crowdfunding è l’esempio che fa al caso nostro: gli ideatori che desiderano farsi finanziare un progetto chiedono ai donatori di sostenerli monetariamente spiegando loro come verrà utilizzato il denaro per X, Y, Z ed in cambio i donatori riceveranno un oggetto, un servizio o altro come compenso. C’è un obiettivo, c’è un progetto definito, e c’è un “ritorno dell’investimento” con chiari benefici per tutte le parti coinvolte.

Adottare una politica di trasparenza e di coinvolgimento del cliente (cittadino) genera un engagement da parte di quest’ultimo che si sentirà parte attiva del progettosto contribuendo ad una città più pulita, più efficiente, più vivibile, più a misura d’uomo.

In caso contrario il cittadino si sente semplicemente defraudato e non partecipe se si adotta una strategia di non trasparenza e di non coinvolgimento. Finirà inevitabilmente per porsi domande come:

  • visto che ho acquistato un veicolo ibrido o ecologico (non elettrico) perché devo pagare area C: con il veicolo contribuisco già a ridurre l’inquinamento (di 10 volte rispetto a veicoli a benzina e diesel).
  • se devo pagare, nonostante io abbia un veicolo ecologico, come e dove saranno investiti i denari per avere maggiori servizi e benessere?
  • Cos’è e cosa diventerà Area C: un luogo dove circoleranno solo veicoli privati a propulsione elettrica?

Rispondere a queste domande per il Comune significa allineare la Vision, Mission all’obiettivo aziendale ed essere credibile e coerente nei confronti dei cittadino.

Per realizzare l’obiettivo Area C è necessario avere Principi chiari e Mete precise ed adottare una strategia coerente con la vision, mission e cultura aziendale.

Milano, e non solo Area C, cosa vuole essere e diventare? Parte tutto da qui…

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